E’ un Tour soporifero, che non si è ancora svegliato e stenta a decollare.
Per ora abbiamo solo assistito a delle volate combattute e spettacolari come non si vedevano da tempo. E possiamo dire che è anche il Tour delle tante stranezze. A partire dalla tattica discutibile della Tinkoff contro Contador fino alla fuga inusuale di Greg Van Avermaet, che facendo sua la filosofia “la miglior difesa è l’attacco”, ha anticipato il gruppo sperando di poter allungare i suoi giorni in giallo. Per non farsi mancare nulla il cartellone gonfiabile dell’ultimo km all’arrivo si è afflosciato bloccando il gruppo principale e prendendo in pieno Adam Yates, che aveva provato ad allungare insieme a Dan Martin.
E’ stato uno dei pochissimi sussulti di questa prima frazione pirenaicau, nella quale le emozioni sono arrivate solo dalla fuga, in cui si è visto un Nibali provarci con scarsa brillantezza e poca convinzione accompagnato da un Dani Navarro appena meglio di lui. A finalizzare quasi tutti i suoi tentativi di attacco invece è quel britannico dell’81 che è sbucato fuori dall’anonimo gregariato.
Cummings infatti prosegue l’abbuffata di tappe della Dimension Data e arricchisce il suo già sbalorditivo palmares stagionale, transitando per primo sull’Aspin e trovando un posticino nell’Olimpo del ciclismo.
L’inglese ha capito come si vince un po’ tardi ma ora che lo sa non si ferma più ed è sempre perfetto dal punto di vista tattico. Nel greggismo del gruppo dei big e in un’atmosfera di apatia generale accadono però due cose mica da ridere: i francesi Pinot e Barguil che si sciolgono come neve al Sole.
D’altra parte, staccarsi nonostante una blanda andatura e con il secondo che addirittura aveva attaccato ad inizio ascesa non è un bel segnale. La battaglia tra i grandi dunque è rimandata, con la speranza e la convinzione che questo Tour esploderà già nel week-end.
Articolo a cura di Daniele Gastaldi